Carmelo Discolpa e Antonino Micali, entrambi messinesi di 67 anni, avevano messo a segno la cosiddetta “Truffa dell’eredità”, riuscendo a farsi consegnare da un 76enne la somma di 15 mila euro. L’intervento della figlia della vittima ha fatto saltare tutto e i due sono finiti in manette. La vicenda è classica. Uno dei due truffatori avvicina la vittima in strada, chiedendole se conosce il signor “x”. In questo caso un inesistente medico che, in passato, ha curato e guarito il padre anziano, prossimo alla dipartita e intenzionato a donare al medico una grossa somma per ricompensarlo. A questo punto entra in scena il secondo truffatore che conosce il medico e comunica che lo stesso è deceduto anni addietro. Cosa fare della grossa donazione? Il primo truffatore è disposto a cederne un’ingente parte ai due incontrati per strada ma serve denaro contante per ratificare l’atto dal notaio. Se la vittima ci casca, i truffatori convincono la stessa a prelevare la somma necessaria e, una volta ottenutala, scompaiono nel nulla. E’ andata così anche ieri. I due truffatori si sono fatti consegnare i 15.000 euro e hanno convinto la vittima a scendere dalla macchina per comprare delle marche da bollo in un tabacchi. Poi la fuga. A cambiare il finale è però intervenuto il caso che ha fatto sì che la vittima incontrasse la figlia mentre la truffa era in atto. La donna ha capito che qualcosa non andava e ha chiesto aiuto ai poliziotti del Commissariato di Patti, fornendo loro preziose informazioni sull’auto dei truffatori e sui loro spostamenti. I poliziotti li hanno tallonati sino a Falcone, via autostrada, riuscendo a bloccarli poco fuori il centro abitato. Avevano ancora i 15.000 euro, poi riconsegnati al proprietario. Uno dei due malviventi teneva nella tasca dei pantaloni l’ulteriore somma di 900 euro sulla cui provenienza non ha saputo fornire alcuna spiegazione e pertanto è stata sottoposta a sequestro. I truffatori sono stati arrestati e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sottoposti ai domiciliari.